Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

La grande solitudine

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realburt
view post Posted on 19/4/2008, 17:08     +1   -1




Nel ventesimo secolo, l'esplosioni atomiche tolsero il verde ed assieme ad esso la speranza. L'uomo era tornato ad uno stato primitivo, dove la legge del più forte è più severa e spietata, in questo mondo dimenticato da Dio ci sono stati degli uomini che hanno portato ordine sacrificando tutto loro stessi i quali presero ogni uno strade diverse che avvolte si incrociarono in un bivio ove i legami di sangue o l'amicizia non giustificavano il non combattere. Suona male a dire che questi uomini hanno combattuto tra di loro, molti di loro hanno pensato di portare ordine con la forza, altri invece hanno pensato di portare ordine ricordando l'emozione ed i sentimenti, tutti loro erano guidati da una stella che gli dettava il loro destino. Tra questi uomini ne è rimasto uno solo che vaga nel deserto accompagnato dalla solitudine, ormai senza meta perchè le sue battaglie le ha terminate, il soldi ed il verde stanno lentamente riemergendo, ormai non c'è più bisogno di quel tipo di combattere e perfino la voce del narratore lo ha abbandonato.......

Come un vaso infranto, la testa dell'uomo si spaccò e come per una pressione fortissima schizzò il sangue a forte getto trascianndo parti del cranio, era un gigante e nonostante fosse senza testa cadde con mano salda all'ascia. Una pioggia fitta ed insidiosa in terra creò una larga pozzanghera di sangue. Un uomo con un lungo ed insidioso mantello che gli copriva il volto e le forme del corpo proseguiva verso il centro del paesino, dietro di lui il corpo a terra del gigante con la testa spaccata e la gente che al suo arrivo si spostava ai lati per il timore di fare la stessa fine del gigante
-ma come cazzo ha fatto! l'ha toccato solo con un dito e quel bastardo è morto con la testa esplosa- disse Micheal sotto voce e con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Micheal si avvicinò lentamente e vide trapelare gli occhi a mandorla dal mantello -è un giapponese- pensò, poi guardando ancora meglio vide che quegli occhi erano carichi di tristezza e questo gli fece quasi dimenticare quello che quell'uomo aveva appena fatto, anzi crebbe in lui grande pena e conoscendo la lingua dello straniero gli disse
-ciao, mi chiamo Micheal, ben venuto. Ti vedo stanco perchè non ti riposi nella mia taverna- lo straniero si arrestò, poi si girò verso Micheal che aveva lasciato in dietro e con un sottile ghigno risponde -grazie Micheal- intanto il mantello si scoprì leggermente mostrando qualche ruga sulla fronte ed una folta barba nera con qualche nota di grigio. Micheal poteva avere un cinquantina d'anni, aveva folti baffi, era robusto e di media altezza, le mani erano grosse e rugose come un uomo che aveva lavorato nei campi, gli mancavano i capelli al centro del capo ed indossava un jeans nero con un camice bianco da bar. Sembrava un uomo comune, ma lo straniero si fidava di lui come se avesse visto in Micheal qualcosa di profondo....

CAPITOLO 1
Lo straniero era seduto ad un tavolo davanti un buon bicchiere di whisky, di fronte a lui, dietro al bancone c'era Micheal che stava pulendo un bicchire quando si rivolge allo straniero usando la lingua dell'uomo misterioso -come mai un giapponese si trova in America? Non è difficile perdersi visto che l'oceano è evaporato completamente- e l'uomo a lui -nella mia terra avevo troppi ricordi, dovevo evadere.... comunque non mi sono ancora presentato, il mio nome è Kenshiro- Micheal cambia discorso perchè ha compreso la profonda ed amara tristezza di Kenshiro e dice
-allora e così il tuo nome è Kenshiro, bene se vuoi distrarti questo è propio un bel paese all'antica e tranquillo. Un tempo questo paese era un'attrazione turistica, oggi invece vengono qui solo bestie ed animali della peggior specie, però è anche vero che ho imparato a parlare molte lingue- kenshiro gli rispose -ma il giapponese non si apprende facilmente, ci vuole un grande studio, come hai fatto a parlarlo così bene- a quelle parole le mani di Micheal si bloccarono nel pulire il tavolo con lo strofinaccio, poi egli chinò leggermente il capo contraendo gli occhi coem rucordando qualcosa che aveva cercato di rimuovere e con una voce basse rispose -mia moglie era una giapponese...- poi ricomincia a pulire il tavolo.

CAPITOLO 2
Il canto del gallo sveglia kenshiro da un sonno leggero, la sua fronte era sudata, si siede sul letto e si poggia afannato sulle ginocchia -cos'è stato?..- pensò riferendosi al gallo. Micheal entrò nella stanza di Kenshiro e lo vide vestirsi rimandendo di stucco per la bellezza ed eleganza del suo corpo, non lo aveva ancora visto per via della veste che porta sempre indosso -ma quanti anni hai?- disse Micheal, kenshiro aveva appena finito di indossare lo stivale e gli rispose -47- poi si alzò per infilarsi una maglia nera aderente da sotto il jeans ancora sbottonato, Micheal lo guardava da un angolazione di profilo ad una distanza di 4-5 metri -ti do 10 anni di meno- disse, poi Kenshiro fece un volto pensieroso e molto triste, come se volesse pensare che la sua vita è ancora lunga e questi anni in meno sono una maledizione perchè dieci anni in più dovrà vivere, poi come ritornato da un altro mondo dice -Micheal io non dispongo di denaro per pagarti e ne comprendo la tua grande ospitalità- e Micheal a lui -non so perchè faccio tutto questo, forse perchè vedo qualcosa nei tuoi occhi come una forte luce che quasi mi riscalda- poi pensò -ed anche una profonda amarezza- ma preferì non dirlo apertamente, poi continuò -oggi è giorno di chiusura per la taverna, ti accompagno a vedere la città-.
Micheal e kenshiro camminavano uno a fianco a l'altro nel paesino, Kenshiro aveva lasicato in taverna il suo mantello e si era rasato la barba. kenshiro notò che la gente si era come dimenticata dell'accaduto del giorno prima, non era solo perchè non lo riconoscevano, lui sapeva che le esplosioni atomiche avevano sconvolto il mondo e gli occhi di un uomo erano abituati al sangue anche se erano passati più di venti anni dalla conquista di Raoh. Tuttavia, Kenshiro notò che questo villaggio era come se non fosse stato coinvolto in quell'inferno passato se non fosse per gli occhi elle persone più anziane che erano colmi di tristezza, ma egli notò anche che negli occhi dei più giovani c'era la gioia e questo gli diede da pensare. Astento ascoltava Micheal che gli faceva da cicerone -poverino pure lui ha un carico di tristezza sulle sue spalle- pensò Kenshiro, poi iniziò a pensare meno e prestare più attenzione alle parole di Micheal. Visitarono la piazza del paesino però la fontana era chiusa, non sgorgava acqua, ma tutto a torno non si notavano le solite strutture spaccate e desolate ma c'erano costruzioni salde e ben fatte, poi passarono per vicoli fino a giungere in una strada interrotta da una distesa di fiori ove si poteva accedere soltanto dai lati. Kensiro rimase a bocca spalancata dinanzi a quella distesa di verde ed in essa vide come in una visione una donna dal volto candido e pure e dalle forme gentili giocare con i fiori e sorridergli -yuria- mormorò, si era distratto, quasi non pensava più al suo passato triste quando gli ritornano in mente i ricordi più tristi -il fondatore di questo paese era dell'europa e portò con lui questa tradizione, si chiama l'infiorata- disse Micheal, poi proseuirono fino a raggiungere dei campi coltivabili ove i contadini lavoravano la terra, Kenshiro non trovo confronto dal deserto attraversato per arrivare fin li ed il paesino che sembra un piccolo paradiso terrestre -la terra sta nuovamente germogliando i suoi frutti anche se è pericoloso mangiarli per via delle radioni.. vabbè è pericoloso pure respirare a questo punto- disse Micheal con aria fiera dei suoi coetanei del paesino, poi accortosi dello sguardo da cerbiatto bastonato che mostrava Kenshiro allora decise di tornare alla taverna quando udirono lo starnazzare di un vecchio disperato che si precipitava tra i vicoli urlando parole incrompensibile per l'orecchio di Kenshiro, poi spuntò dal vicolo dove c'erano Micheal e Kenshiro, poi il vecchio si avvicinò frettoloso verso Kenshiro usando altre parole incomprnesibili. Micheal era americano e comprendeva la lingua del vecchio, così riferì a kenshiro -sta dicendo che spera che tu sia un dottore! Maledizione i dottori scarseggiano in questa zona-
-accompagnatemi dal paziente- disse kenshiro ed appena Micheal stupito lo riferì al vecchio, quest'ultimofece uno scatto in avanti afferrando la mano di kenshiro.

CAPITOLO 3
kenshiro osservava il piccolo corpo del bimbo che giaceva su di un letto in una stanza in penombra, scrutò il corpo afondo toccandolo con i polpastrelli come se stesero cercando qualcosa, il bimbo sudava freddo ed i suoi occhi guardavano il vuoto. Dopo circa tre quarti di minuto il dito indice e medio della mano destra di Kenshiro si unirono per premere su di un punto della spalla, improvvisamente la febbre si abbassò ed il bimbo guardò il volto di Kenshiro e pur volendo mostrare gratitudine non disponeva di forza per parlare o muoversi però il suo volto era sereno. Kenshiro si diresse verso l'uscio dell'abitazione lasciando tutti di stucco. Poco dopo kenshiro era sulla bocca di tutti nel paesino. La mattina seguente Micheal trovò una lettera sul letto nella camera di Kenshiro l aquale diceva:
Caro Micheal
Grazie della tua cordialità, solo tu potevi capirmi: un uomo solo e triste come me; Pensavo di allontanarmi dai ricordi ma li ho messi a fuoco ancora di più, volevo incominciare una nuova vita ma ingannavo me stesso. Quella scampagnata rimarrà tra i miei ricordi, quel verde mi ha fatto capire tante cose, addio.

kenshiro era già lontano ormai cammiando nel deserto che prima era un oceano, il mantello ondeggia nel vento -Burt, Lyn, Ryu, Mamya, Ahiry, sanno cavarsela, in questo mondo sono estraneo ormai....anche se sono lontato, devo riuscire a vedere Burt e Lyn i miei compagni d'avventura, avranno un figlio ormai- pensò, poi si accasciò di colpo a terra sputando sangue.

CAPITOLO 4
In lontananza si intravedeva una casetta in stile rustico, Kenshiro camminava trascinandosi le gambe, stava invecchiando, aveva i primi acciacchi -adesso mi appoggio sotto questo albero per riposarmi un attimo, non voglio farmi vedere così da Burt e Lyn- pensò e si sedette a terra appoggiandosi a quell'alberello, si vedeva che era artigianale, che era stato impiantato. Poi afferrò un fiore che stava ai suoi piedi e gli tornò alla mente nuovamente Yuria, poi i suoi occhi inizziarono a chiudersi lentamente
-i fiori hanno preso il mio posto, il mondo di prima mi ha forgiato guerriero però in questo mondo che si è creato il guerriero è solo quello della vita di tutti i giorni. Non servo più: prima dovevo combattere per portare il verde nel mondo ed adesso il mondo lo fa deliberatamente;- Si odirono i passi di qualcuno correre tra l'erba facendo un gran frastuono, poi si udirono come tonfi di una palla, una palla rotolando si avvicinò vicino al piedi di Kenshiro ed un bambino si avviciò per prenderlo e poi si arrestò a poca distanza -MAMMA MAMMA... UN SIGNORE STA APPOGIATO ALL'ALBERO CHE HA IMPIANTATO PAPà- urlò il bambinio e si diresse verso l'abitazone. Burt stanco e sudato tornava a casa, stava a torso nudo e si vedevano le impronte di sporco come un contadio o un taglialegna, poi vide la sagoma di Lyn ed il loro figlio che stavano a torno all'albero che lui aveva impiantato e si diresse a passo veloce in quella direzione. Lyn era in ginocchio pinangendo, il suo volto aveva già sfogato il pianto grosso, gli occhi erano lucidi e rossi. Burt appena arrivato voleva mostrarsi duro, ma da quella maschera dura trapilavano gli occhi che non possono ingannare nessuno inizziando a lacrimare e ad arrossarsi. Intanto il bimbo vide piangere i suoi genitori, si sentiva escluso ed aveva le mani incrociate dietro la schiena -chi è questo signore? perchè piangete? non volete farvi il bagno cme me?- disse il bambino. A quelle parole il volto di Burt si intenerì, poi prese suo figlio fra le braccia e lo alzò sulla sua spalla, poi apoggiò la mano destra sulla spalla di Lyn ancora piegata e disse -questo è stato il più grande uomo, con il più grande potere e la grande sofferenza-.

Edited by realburt - 30/4/2008, 16:03
 
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Evil Sirya
view post Posted on 19/4/2008, 19:36     +1   -1




Sposto questa fic. E' su Hokuto no Ken, e qui vanno fic NON su Hokuto no Ken.
 
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view post Posted on 19/4/2008, 21:05     +1   -1
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Uomo dalle 7 stelle

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un piccolo appunto: il cognome di Ken è Kasumi, Rasho significa "Generale delle Tenebre" ed è il titolo di Kaioh, Hyou e Ronn...
 
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realburt
view post Posted on 20/4/2008, 00:19     +1   -1




Grazie per il cognome, pensavo che fosse il cognome di Hyo e quindi anche di Ken. Comunque però Kasumi è il cognome di quello delle origini ma non vi è alcuna parentela fra di loro o no?.. io poi mi sono venduto al serie perchè la ritenevo un insulto!
 
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realburt
view post Posted on 30/4/2008, 13:44     +1   -1




scusatemi per gli errori di battitura e qualche imprecisione nelle descrizzioni, sto corregendo la bozza, poi lo rinvio
 
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4 replies since 19/4/2008, 17:08   502 views
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