Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

O U T O F S O U L, accetto consigli & suggerimenti

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Zargon di Thor
TOPIC_ICON7  view post Posted on 6/5/2007, 16:25     +1   -1




Le acque veleggiate dalla Ukrainian Wrestling Corporation non si erano mai mostrate così torbide come quell’inverno del 2099. L’equipaggio sopportava con sempre minor contentezza la pelle d’oca che quell’aria elettrica provocava loro; e la minacciosa atmosfera che gli ululati del vento evocavano, fischiando fra scotte e sartiame di una gestione ormai vecchia e logora, lo avrebbe presto spinto ad organizzarsi in un ammutinamento…
La prima saetta colpì il maggiore azionista della UWC, il duca Vorlowskj, uccidendolo con la moglie Petra sul ponte di dritta. Al culmine del temporale, quando le azioni spiccavano il baratro, la ciurma si chiamò fuori dai giochi e al capitano Jurghe non restò altro che affrontare da solo la furia di quella tempesta finanziaria.
Le azioni precipitavano con la preoccupante media giornaliera di almeno una dozzina di punti percentuale, e, benché davvero in pochi ne fossero anche azionisti, bisogna dire che gli stessi dirigenti erano collettivamente piuttosto preoccupati dei risultati in borsa della società… Se non altro, per i pressanti solleciti che a ragion veduta i restanti azionisti muovevano incessantemente loro.
C’era da aspettarselo, comunque: chi non produce non guadagna… e le quotazioni scendono di conseguenza.
Sebbene il cachet standard – già decisamente ragguardevole – proposto a degli atleti ucraini andasse man mano facendosi sempre più ingente, però, sempre in meno erano disposti ad accertarlo. Così gli ultimi, occasionali incontri di livello professionistico disputati stavano costando alla società uno sproposito del tutto inadeguato.
All'oscuro del fatto che “i soldi non danno la felicità”, come amabilmente i lottatori erano soliti obbiettare, si era dunque provato ad offrire loro somme maggiori nella mera convinzione che “ognuno ha il suo prezzo”; benché l’esito supposto venisse sempre più spesso disatteso. Senza contare che tale politica scialacquatrice adottata nell’ultimo frangente, doveva essere fatalmente cambiata; dal momento che anche gli sponsor, un po’ per volta, stavano inesorabilmente dando forfait ad una società che sempre meno li veicolava sui media locali.
Le linee del quadro generale convergevano tutte pericolosamente verso il crack finanziario: perché tagliare i fondi a un’azienda e come togliere le fondamenta a un palazzo; ovvero si crolla. La condizione già di per sé abbastanza allarmante sarebbe sprofondata nel disastro di lì a poco… giusto al concretizzarsi dello sciopero che da tempo nell’aria ventilava rivolta.
La ferale notizia si schianto nell’ufficio presidenziale dell’ex campione ucraino di lotta libera Jurghe Ivanov, amministratore unico della UWC, alle 11:30 di un avverso giovedì mattina; per mezzo di 3 suoi dipendenti che facevano la scorta ad un quarto.
Questi era Barskov: un ex lottatore che dalla sedia a rotelle dov’era stato confinato sapeva ancora ruggire da leone qual’era; e anche se aveva perso l’uso delle gambe era ancora temuto e rispettato.
Sapevano tutti, infatti, che lui era l’unico ad essere sopravvissuto al “Round Of Hell” – la mossa più violenta e devastante mai sperimentata su un ring – e che per farsi giustizia non si sarebbe fermato che davanti alla morte stessa.
Ad ogni modo, benché a differenza di chiunque altro egli fosse ancora vivo, la furia con la quale era stato scagliato a bordo ring fu tale da spaccargli tutte le ossa della colonna vertebrale. I dottori lo avevano assicurato che neanche un miracolo avrebbe potuto restituirgli la vita di prima; ma la fibra di cui era fatto, mente e corpo parimenti, lottava ogni giorno per tornare a combattere il suo ultimo incontro: quello nel quale avrebbe finalmente vendicato quell’onta.
Quel giorno avrebbe infine trionfato a braccetto di quella “giustizia” di cui si faceva scudo e scoppio a un tempo; benché dopo mesi di terapia intensiva a malapena riuscisse a mantenersi in piedi senza stampelle una manciata di secondi… Il ché, considerando l’entità del danno subito, era già di per sé un vero e proprio miracolo!
<<quale che sia il mestiere, uno sciopero si indice con un’assemblea; o per lo meno con una riunione, una votazione di uno di quei sindacati del cazzo che hanno istituito perfino in Russia signori miei. Ne avete mai sentito parlare?>> fu l’assiomatica replica del presidente: un uomo sui quaranta, cocciuto e molto patriottico, che era arrivato a quel posto con la passione e i sacrifici di tutta una vita. Combattendo e vincendo… sul ring e fuori.
Qualche vecchio amico lo chiamava ancora “Taurus”: il soprannome attribuitogli per la grossezza del suo collo taurino, e per via della semplicità con cui incassava i colpi al viso; e consacratogli nel 1978, quando sconfisse un rivale ben più quotato di lui.
Quella volta, l’avversario aveva capito che colpirlo alla testa non era la strategia vincente, e fin dall’inizio del match non aveva perso occasione per colpirlo al corpo; lavorando sui fianchi per poterlo schienare. Cosa che avrebbe funzionato se Jurghe non avesse capito in tempo l’antifona…
A un certo punto, visto che i colpi arrivavano per di più ai fianchi e all’addome, decise di mantenere la stessa postura di guardia con le braccia incollate al busto; così da serbare almeno il fiato per riflettere un attimo. Ogni qual volta quello attaccava, la forza del colpo si scaricava perciò sulle braccia anziché sull’addome. Di riflesso a quegli attacchi, Jurghe avvertiva distintamente una scarica di adrenalina partirgli all’interno del tronco. Il passo successivo fu breve: scaricare quel riflesso al collo attraverso il busto, per proiettare in faccia al nemico le sue famose incornate; che in non più di cinque minuti lo proiettarono sopra di lui per il countdown… <<1, 2, 3… Il vincitore è Taurus!!>>
Che bei tempi! Jurghe ci ripensava spesso con un pizzico di nostalgia, ma senza mai alcun rimpianto. Amava il suo lavoro, ed era contento di poterlo fare a casa sua, fra la sua gente. Tuttavia, presagita la minaccia di tracollo finanziario della sua impresa, proprio quella mattina, se pur con la morte nel cuore, si era visto costretto ad accettare la proposta d’ingaggio con la società rivale della Bielorussian Wrestling Division.
Nel lungo e tortuoso corridoio dei salotti balcani, infatti, le voci che davano la piccola filiale ucraina della WWE per spacciata si rincorrevano al più con quelle che la vedevano rilevata, insieme con tutti i suoi stipendiati, da chissà quale compagnia circense per un pugno di noccioline.
Se si volevano risollevare le sorti della UCW, pensava Jurghe, continuare a tenere vuote le arene disponibili era la mossa meno astuta da fare. Motivo in più, questo, per risentirsi di uno sciopero che avrebbe decretato una volta per sempre la fine del suo sogno avanguardista di portare nel mondo il wrestling professionistico ucraino.
<<se è proprio indispensabile, signor presidente, a quel sindacato mi ci candido subito>> tuonò l’uomo sulla carrozzina, trattenendo il lampo di collera gli scintillava negli occhi. <<passerebbe un'altra settimana,>> proseguì poi con più calma… <<o forse una decina di giorni.>>
E allentando progressivamente tono e ritmo della cadenza aggiunse: << Ma una volta eletto tornerei qui con la stessa lista di 128 miei colleghi pronti a scioperare che impugno ora nella mano sinistra.>> l’inflessione si era fatta ora talmente sonnolenta che le parole non venivano più pronunciate, ma scandite. <<sarò solo un po’ più… irritato.>>
Per poi accelerare improvvisamente: <<mi meraviglia anzi che lei voglia perdersi dietro certe formalità, e smentire così le belle voci che mette in circolo sul suo conto.>> lasciando volutamente alla provocatoria frase un ché d’incompiuto che portasse il suo interlocutore a riflettere per qualche istante, in modo da confondergli le idee per insinuare e illustrare il nocciolo della questione ad una mente leggermente più aperta di prima.
Se avesse ricevuto un cazzotto alla tempia, Jurghe lo avrebbe certamente incassato meglio. Mentre l’altro aveva ripreso a parlare con quel timbro leggermente gutturale che rendeva greve il suono d’insieme, infatti, egli meditava ancora sull’ultima intervista rilasciata pochi giorni prima al quotidiano sportivo più letto del paese; dove aveva sparato a zero contro tutte le cavillosità, le lungaggini e l’ostruzionismo che “soffoca l’economia del paese”, e a come ora si sorprendesse sofista in difesa della propria… Insomma, per la prima volta in vita sua sentiva in qualche modo di non essere pienamente nel giusto.
<<glielo ripeto: nessuno dei 128 lottatori su quest’elenco controfirmato gareggerà più in una vostra competizione, almeno fino a quando non saprà con certezza che Mir è stato espulso dalla UWC; e sono sicuro che capisce perfettamente il perché della nostra richiesta.>>
Aveva ragione: Jurghe sapeva benissimo e da diverso tempo per quale motivo i lottatori reclamassero quel particolare provvedimento. Nessuno era disposto ad affrontare Mir perché nella maggioranza dei casi il pacchetto includeva una lunga degenza in ospedale con mesi di convalescenza; e colui che adesso gli sedeva in faccia n’era la prova lampante.
Ma Mir sapeva combattere e recitare sul ring la sua parte troppo bene perché la società lo liquidasse. Anzi, alla UCW ricercavano proprio quel tipo di convinzione che ci metteva lui a calarsi nel personaggio, per ambire in futuro a un parco lottatori cui il pubblico ucraino avesse potuto appassionarsi come accadeva oltreoceano negli stati uniti, dalla più fortunata WWE… Del resto, quantunque avesse appena ricevuto un colpo durissimo, tanto remota quanto campanilista, tale prospettiva valeva ancora per Jurghe certamente più della garanzia di qualche dipendente scontento con le costole rotte.
Si soffio il naso e, guardando tristemente al di la della grande finestra in vetro smerigliato, ribadì quanto gli dispiacesse per tutta quella situazione; soppesando attentamente le parole per non lasciarsi sfuggire ciò che pensava realmente. Poiché affermazioni come “magari ne avessimo altri come quello lì”, o, “il pubblico va matto per queste cose”, avrebbero giustamente peggiorato la sua posizione.
Fece allora una pallottola col fazzolettino e, assumendo un contegno di circostanza cui la sua coscienza mal si accompagnava, concluse che chi si sceglieva un mestiere come quello del wrestler doveva obbligatoriamente mettere in conto qualche infortunio di percorso.
Dall’altro lato del tavolo, intanto, ognuno di quei quattro crani gli ciondolava inequivocabilmente il suo dissenso; e nei secondi a seguire perseverò un silenzio più eloquente di mille parole.
Quegli omaccioni fecero certamente appello al detto “la calma è la virtù dei forti”, per rispettare quell’innaturale silenzio che, invece, Jurghe si prese la libertà di ritmare sul fermacarte di ottone al ticchettio della sua stilografica.
<<dice questo perché non è lei quello seduto su una carrozzina… mi creda se glielo dico io!>> Continuò Barskov con l’apparente calma del mediatore, lì in rappresentanza di molta altra gente. Ma dall’altra parte, quel ticchettio irritante fu la sola risposta di uno sguardo assente; perso fra le nuvole, là, fuori della finestra.
<<e sia!>> esclamò infine il paralitico con un accenno d’astio. <<faccia pure come crede sua presidenza. Sappia solo che non si scherza più: quelli fra noi che hanno il secondo lavoro adesso lo fanno a tempo pieno, e gli altri si stanno organizzando per trovarne uno. Si metta in testa che finché ci sarà quel Mir, ci sarà solo lui. Questo è quanto.>> E così dicendo si fece spingere fuori dell’ufficio.
 
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Ultimo Guerriero di Nanto
view post Posted on 7/5/2007, 22:11     +1   -1




mmmh..che strana fiction, l'ho già letta due volte e non riesco a trovare il bandolo della matassa...E' scritta bene non c'è dubbio ma per me è un pò dispersiva e anche se l'accostamento della tempesta reale con la tempesta finanziaria è brillante, non riseco a darle una dimensione e una concretezza.
Mi sento spaesata a leggerla, non so se ho reso l'idea...
Bravo, cmq, non è semplice scrivere così. Prova a descrivere di più gli ambienti e l'aspetto dei personaggi, a soffermarti sui particolari. E + dialoghi e flashback!Non avere fretta ed evita terminologie dissonanti come "omaccioni" che puoi sostituire con parole decisamente migliori.
Spero di non averti offeso e di averti dato dei consigli buoni anche per eventuali tue future fictions. :bye: :rolleyes:
 
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Zargon di Thor
view post Posted on 7/5/2007, 23:28     +1   -1




hai detto bene ultimo guerriero di nanto: "non avere fretta"... è dispersiva lo so... perchè questo è solo l'inizio (provvisorio) di una storia molto lunga. Per la tempesta, invece, mi sa che hai ragione, forse in futuro quella parte la cambio... Probabilmente infilo anche un flashback dell'incidente di quello sulla carrozzina che è una cosa importante (a proposito grazie dell'idea!). Mentre invece sulla descrizione dei personaggi non credo di volermici soffermare oltre, siccome sono personaggi più che secondari... Infatti il protagonista è Mir, anche se non sembrerebbe (LOL)
grazie davvero per avrlo letto e per tutti i consigli... se ne hai altri mi fa piacere...

mi resta solo un dubbio: cosa metto al posto di "omaccioni"???????
 
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Ultimo Guerriero di Nanto
view post Posted on 8/5/2007, 19:25     +1   -1




E' proprio nell'incipit che occorre una maggiore attenzione e questo perché è importante coinvolgere il lettore da subito e stuzzicare la sua curiosità.
Specialmente se la storia è particolarmente lunga.
Ti parlo da lettrice accanita, non da scrittrice anche se me la cavo abbastanza. Inoltre penso che anche un personaggio secondario ha la sua importanza: può nascondere qualcosa, può rivelarsi decisivo, nel bene o nel male, in un momento successivo con un conseguente colpo di scena...Infine ho citato "omaccioni" ma c'è anche "grossezza del suo collo taurino", mamma mia!;) Eccoti le alternative:
"omaccioni"= "Individui nerboruti e massicci" oppure "Uomini dal corpo taurino e l'aria minacciosa" etc. etc.(si possono fare delle combo o variare alcuni termini se troppo ripetitivi)
"Grossezza del suo collo taurino"= "la misura spropositata del suo possente collo da lottatore" oppure "La grandezza eccessiva del suo collo taurino" etc.etc. (e anche qui varie combo)
Questo non è per fare da maestrina, che tra l'altro non sono proprio il tipo, ma semplicemente perché me l'hai chiesto.
Ripeto: niente fretta e cura i dettagli che anche se a te non sembrano importanti, lo sono per chi legge.
Ti auguro davvero di riuscire nel tuo progetto.^___^!!
 
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Zargon di Thor
view post Posted on 9/5/2007, 02:08     +1   -1




grazie UGDN... però mi sa che i post non si possono modificare vero? cmq al fatto dell'incipit ci penserò! ;)
 
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4 replies since 6/5/2007, 16:25   397 views
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