Ken il Guerriero - Hokuto No Ken.it

Storia di una rosa d'oro: la nascita

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view post Posted on 23/12/2016, 22:12     +2   +1   -1
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Hokuto Senior

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secondo Caparezza io vengo dalla luna (no dalla Puglia)

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Come ben si sa, nelle mie fic Aphrodite è una donna e penso che sia una cosa carina dedicarle una fic in cui esploro un minimo il suo background.
Attenzione, essendo un universo semi- alternativo, considererò solo la serie classica fino ad Hades e qualche altro elemento che mi possa essere congeniale.
Per cui, se troverete nuovi personaggi come gold passati imputatelo a questo.

I CAPITOLO : Colloquio

La luce pallida di alcuni candelabri a sette bracci illuminava di bagliori argentei illuminava di bagliori dorati le strutture marmoree della Tredicesima Casa del Grande Tempio di Atene e un leggero vento sollevava i tendaggi delle finestre che si aprivano sulle pareti marmoree.
Seduto sul trono e vestito della lunga tunica blu, Sion attendeva, lo sguardo fisso davanti a sé, e le sue lunghe dita si stringevano ad artiglio attorno ai braccioli.
-Perché non viene?- mormorò. Il saint dei Pesci era dotato d'un carattere fermo e risoluto, pronto a compiere in nome di Athena le missioni più pericolose, eppure in quel momento quel suo ritardo lo innervosiva.
O forse, quanto aveva scoperto dilaniava la sua mente, impedendogli una valutazione razionale della realtà?
Le stelle, con il loro argenteo bagliore, gli avevano rivelato la presenza del futuro combattente dei Pesci, ma, in quella silenziosa solitudine, aveva avvertito le vibrazioni di un cosmo sinistro e oscuro.
O forse era una sua impressione?
Allontanò le mani dai braccioli e, per alcuni istanti, posò lo sguardo sui dorsi, sui quali si scorgevano le trame azzurre delle vene.
-Maledizione... Se solo fossi ancora giovane...- mormorò amaro. In quei momenti, rimpiangeva la sua perduta giovinezza.
Se solo il suo corpo avesse avuto il suo vigore antico, avrebbe aiutato i nuovi gold saint in una eventuale missione.
In quel momento, duecentoquarantatré opprimevano le sue spalle e il suo cuore era stretto in una morsa d'angoscia.
Con lentezza, si raddrizzò e il suo viso si atteggiò ad un'espressione statuaria. Non poteva mostrare alcuna debolezza ai suoi cavalieri, in quanto loro guida.
Avevano bisogno di lui e doveva essere degno del suo ruolo.

Un uomo alto e robusto, vestito della scintillante gold cloth dei Pesci, entrò nella stanza.
Costui teneva l'elmo sotto il braccio sinistro e la pelle del suo viso era d'un forte colore nero, simile a quello dell'ebano.
Gli occhi, di forma rotonda, erano anche essi neri, simili a due cupi diamanti, ed erano sormontati da un'arcata sopraccigliare assai spessa, che si allargava in un naso prominente, dalle narici piuttosto ampie.
Le labbra erano assai tumide e al collo aveva un ciondolo di perline gialle, rosse e azzurre, che si allargava in diversi giri sul suo petto.
I capelli, anche essi neri, scendevano sulle sue spalle ed erano raccolti in molteplici trecce.
Con un gesto pieno di rispetto, il cavaliere d'oro si chinò e attese.
-Thulani dei Pesci, quante volte ti devo dire di non portare quella ridicola collana? Devo ricordarti chi sei?- domandò seccato l'antico combattente dell'Ariete. Perché ancora con sé portava quel gioiello?
Il viso del guerriero di origine africana rimase impassibile, simile a quello d'una statua.
-Sono devoto alla giustizia. Ma non dimentico il mio popolo e le mie origini.- rispose fiero, ma una effimera tristezza illanguidì per un istante i suoi grandi occhi.
Sion sospirò. Thulani era un combattente fiero e risoluto, ma non avrebbe mai compreso una verità fondamentale.
Un saint di Athena, ricevuta la sua sacra veste, cessava qualsiasi legame con la sua vita passata.
-Ti ho chiamato perché devo comunicarti una cosa importante. Thulani, è nato il tuo successore e sarà tuo compito addestrarlo. Lo spirito della dea Athena ha parlato.- mormorò l'anziano Grande Sacerdote.
Con un lieve cenno del capo, Thulani annuì.
-Capisco. Sapete anche dove è possibile rintracciarlo?- domandò con voce calma.
-Sì. La sua terra d'origine è la Svezia. La tua missione è condurlo qui.- rispose il Grande Sacerdote.
-Molto bene. Lasciate che mi prepari.- dichiarò e fece per alzarsi.
-Ancora una cosa. Ho sentito un cosmo oscuro provenire da quella terra. Indaga e agisci di conseguenza. Partirai tra cinque giorni.- proseguì Sion.
Con un lieve cenno del capo, il guerriero zulu annuì, poi si alzò e si allontanò.


Per alcuni istanti, il Grande Sacerdote fissò la figura alta e robusta del guerriero dei Pesci che si allontanava.
-Perché non riesci a liberarti dei legami col tuo popolo?- pensò. Certo, il suo cosmo era assai forte, ma quel legame mai reciso con le sue origini impediva la piena espasione del suo cosmo.
Molto spesso aveva scorto una luce triste nei suoi occhi, quando tornava da missioni svolte in Sudafrica.
Ancora non riusciva a dividere le questioni umane dal suo grave compito di custode della Dodicesima Casa.
Il suo limpido senso del dovere era macchiato da una fin troppo umana sofferenza per le piccole ingiustizie presenti in Africa*.
-Tuttavia, devo fidarmi del suo senso del dovere. Solo così avrò il nuovo custode della casa dei Pesci.- pensò. Thulani, malgrado tutto, era comunque incapace di concepire malvagità.
Oltre quello sguardo triste e cupo, scorgeva un cuore generoso, che non avrebbe esitato a compiere qualsiasi sacrificio per la nobile causa della giustizia.
Ma sarebbe bastato?
Avrebbe controllato quel suo cuore ardente per ottemperare al suo dovere?
-Ormai il dado è tratto. Non posso tornare indietro.- mormorò e, con un gesto lento e stanco, si alzò dal trono e si ritirò nelle sue stanze.


*Thulani è di origini zulu e nei primi anni settanta il Sudafrica era in pieno apartheid, con le ovvie conseguenze di discriminazione e povertà.
Thulani è un nome zulu che significa "tranquillo".
 
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